


I PALAZZI DI LUCCA
Le famiglie lucchesi
L’importanza della famiglia lucchese principalmente derivava dal fatto che essa era l’unica “formazione organica” riconosciuta ed ammessa nella vita pubblica della città;
A Lucca infatti le arti non avevano altre funzioni al di fuori di quelle economico corporative: l’esser artigiano non ti conferiva la capacità di rappresentare lo stato.
Le famiglie che si occupavano di commercio erano quelle più potenti: le possiamo considerare la forza trainante dal punto di vista economico di quell’epoca. Il successo del commercio della seta fu il frutto delle grandi abilità dei mercanti lucchesi a tessere importanti rapporti internazionali, provvedendo direttamente ad acquistare le materie prime e poi commissionando i lavori in patria, prima di rivendere il prodotto finito sulle piazze di mezz’Europa. La seta generò un diffuso benessere e anche quando finì l’epoca d’oro, nel cinquecento, Il commercio rimase nella natura dei lucchesi che dettero vita ad un tessuto economico cittadino estremamente vario ma parcellizzato, in cui molti avevano un’attività in proprio dove mettere a frutto il proprio ingegno e il senso per gli affari. L’arte di saper mercanteggiare dei lucchesi, così come quella di saper creare una piccola impresa in tanti settori, fu un’importante ancora di salvataggio per l’economia cittadina nei momenti di crisi generale e la base della nascita di una
nuova classe borghese che, poi, prese le redini nella città. La mercatura, non solo della seta ma di tanti altri prodotti, permise a molte famiglie nuove di affermarsi prima nella vita economica e poi anche nella gerarchia sociale e nelle cariche pubbliche. Si trattò del canale di mobilità ascendente di maggiore importanza. Fu esso inoltre a produrre, con onde successive, l’avvicendamento al vertice della società e della politica.
Da tutto ciò che abbiamo detto risulta abbastanza chiaro quindi il perché coloro che erano coinvolti quotidianamente in questo settore, partecipassero attivamente anche alla vita politica e avessero tutta questa influenza.
Gonfaloniere, anziani, membri del consiglio, erano di norma mercanti quindi si può dire che essere cittadini e l’esercitare il mestiere del commerciante divengono condizioni quasi complementari. I commercianti erano il volto più consueto di chi viveva nella città e vi copriva le cariche.
Nelle istituzioni era necessario tutelare quelle attività che portavano così tanto prestigio e ricchezza alla città, e le stesse famiglie che ci partecipavano, erano le prime a portare i loro interessi. Il tutto andava a favore di tutta la comunità e quindi, per utilizzare un termine strettamente economico, di tutto l’indotto.I commercianti infatti dipendevano dal lavoro degli artigiani, i quali, a loro volta, si servivano anche di manodopera povera per le loro botteghe.
​
Nonostante quindi a Lucca per lungo tempo troviamo una forma di governo repubblicano, alcune famiglie ricoprono un ruolo di grande influenza nella politica della città.
Con la legge Martiniana (vedi sezione storica) la repubblica assume una forma oligarchica: potranno partecipare alla vita politica di Lucca solamente gli iscritti in un registro apposito, il libro d’oro.
Nel libro d’oro erano inserite 224 famiglie, le più storiche e più importanti della città.
I Guinigi erano una ricca famiglia di commercianti e banchieri. Già nel Duecento, la famiglia Guinigi possedeva imponenti palazzi e torri all'interno delle mura della città nonché residenze estive nelle campagne lucchesi. Al tempo dei Castracani, la famiglia Guinigi fu però costretta all'esilio e successivamente nel 1369 pagò abbondantemente per rientrare a Lucca.
Nel 1392, i Guinigi vincono uno scontro armato contro la famiglia rivale dei Forteguerri. Da questo momento, il potere di Francesco Guinigi aumenta notevolmente, potere che rimarrà anche nelle mani dei suoi numerosi figli. In realtà, il dominio di questa ricca famiglia su Lucca fu abbastanza fulmineo: nel 1430, quando fu restaurata la Repubblica, Paolo Guinigi dovette lasciare il suo ruolo di Signore di Lucca, dopo che anche il fratello primogenito Lazzaro (suo predecessore) era stato assassinato.
Nel XIX esimo secolo i guinigi erano senz’altro tra le famiglie nobili lucchesi più ricche e che il loro patrimonio era molto consistente, così pure per i primi decenni del XX secolo, fino a quando non è avvenuto il cambiamento della società agricola ad industriale e incorsi i conflitti bellici.
Con la morte dell’ultimo erede , arturo guinigi , si conclude la dinastia di una delle più prestigiose famiglie lucchesi.

I traffici commerciali e la produzione della famosa seta lucchese ne fecero una delle famiglie più ricche e sempre in primo piano nello stato di Lucca.
Gli investimenti non si limitarono solo ai fondi agrari ma si riferirono anche all'arte. Probabilmente sono frutto di un investimento non condotto fino alla vendita l'acquisto di una colossale partita di arazzi di Bruxelles che, invenduti, formano la gloria dell'attuale Museo Nazionale di Palazzo Mansi, essendo la collezione seconda solo alle arazzerie reali di Madrid.
Poichè era necessario un palazzo rappresentativo dello status raggiunto, venne realizzato l'omonimo palazzo, che ben servi' tante volte per le funzioni di rappresentanza della repubblica che non avendo una corte era costretta ad ospitare i visitatori illustri nei più bei palazzi del momento.
Nello stato di Lucca non si contano le fattorie o i palazzi che prima o poi sono passate dalle mani di casa Mansi.
Il casato sopravvisse all'estinzione grazie all'adozione di Raffaello Orsetti (1866-1956) da parte di Girolamo Mansi cosi' che continua ancora oggi nella persona di Luigi Mansi nato nel 1973.
